Giampiero Pani, classe 1959, sul limitare della terza età esordisce con Nordovest bardato di stelle.
Raro caso di avvocato dalla personalità timida e ritrosa, avrebbe preferito omettere informazioni biografiche, oppure darne di false o irrilevanti. Tuttavia, nel rispetto del Lettore, si fa forza e qualcosa qui confessa: di amare il volo – aliante, paracadutismo – e il volo pindarico – da Orazio ad Ariosto, ma anche tutti gli altri, da Omero a Paolo Conte; di avere molto viaggiato in luoghi remoti, a ciò costretto da misteriosa forza anancastica, o forse da un’infanzia difficile; di dedicarsi alla produzione letteraria a bordo del tram numero 15, nel tragitto tra casa e ufficio; di sentirsi estraneo rispetto ai tempi moderni, che hanno condannato a morte il punto e virgola.
Dal 1965 è ospite di Torino e da allora è in perenne duello con la sua bellezza e la sua insidiosa malinconia: città che graffia e carezza. Sogna di diventare un tusitala, come fu Robert Louis Stevenson per gli amici di Samoa.
Ha due figli adolescenti, un maschio e una femmina, uno più bello dell’altro, ragione di vita. Tutto il resto, al confronto, non merita menzione.
Giampiero Pani scrittore 
Terminato or ora e che dire, non trovo le parole, non solo perché io scrittrice non lo sono ma proprio perché non so come dirti quanto mi sia piaciuto.
Sinceramente dalla tua presentazione non avevo capito nulla di che storia potesse trattarsi quindi sono rimasta molto colpita soprattutto dagli argomenti trattati.
E ‘ coinvolgente, vorresti continuare a leggerlo sino alla fine, non è banale ne prolisso, i personaggi sono originali.
Direi bravo veramente bravo, e come si dice sempre delle opere prime ben riuscite, spero di leggerti nuovamente.
Susanna
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